Via Cecilia – Croda da Lago

Bella via, aperta nel 1970, in costante esposizione su roccia molto buona, a parte il tratto finale.

Un grande diedro di roccia solida, ricco di clessidre che consente una bella arrampicata di quarto grado.

Nel primo tiro c’è un solo passaggio più difficile (5°), ma questa lunghezza si può evitare attaccando 20 m più a sinistra e salendo per rocce gradinate.

Non effettuare la salita dopo delle piogge recenti.

Il diedro è solcato da una fessura che qualche volta si allarga in camino o caverna. 
Arrampicata un pò in fessura, un pò sulle placche che lo affiancano a destra.

Le difficoltà sono continue sia che si arrampichi sulle placche a destra del diedro che all’interno della fessura, a volte però bagnata.

Alcune soste non sono attrezzate.

Difficoltà:  D, 4° e 5°, passaggio di 5° (evitabile), 5°- (1 pass.)

Coefficiente Difficoltà: 510    Coefficiente Globale: 561

(35*0,7) + (10*0,5) + (10*0,2) + (10*0,5) + (10*3) + (10*0,7) + (10*0,5) + (5*2) + (20*3) + (15*5) + (5*6) + (25*3) + (10*0,7) + (5*0,5) + (20*0,7) + (5*5) + (15*3) + (25*0,2) + (5*0,5) + (5*3) + (30*0,2) + (5*0) + (5*8) + (10*0,5) + (5*3) + (40*0) =  510  350m.

Dislivello:  300 m.

Sviluppo:  350 m., 10 / 12 lunghezze di corda

Rischio: R2

Versante:  nord ovest

Tempi:  3 ore , totale 6 ore

Materiale:  cordini per le clessidre ed un certo numero di friends e nuts.

ACCESSO GENERALE

Il Passo Giau si raggiunge facilmente da Cortina d’Ampezzo, soluzione ideale per chi proviene dalla A27, o può essere raggiunto dal versante opposto, salendo da Caprile, per chi proviene da Agordo.

ACCESSO

Dalla strada che da Cortina conduce al Passo Giau, presso il ponte di Rocurto (km 10; 1708 m) prendere a sinistra il sentiero per il rifugio Palmieri alla Croda da Lago (N° 437).

(30 minuti)

Passare tre ponti. 
Dopo 35-40 min. dalla partenza, imboccare a destra il sentiero N°.435 per Forcella Formin e Forcella Ambrizzola (lasciare a sinistra il sentiero per il Palmieri). 
Altri 15 min. e, a un tornante con un masso squadrato con segnavia N°.435 lasciare il sentiero principale per una traccia che, a sinistra (Nord), va verso Cima Cason di Formin. 
Salire per la conoide di ghiaie ed erba, fino a raggiungere l’attacco, nel diedro di una rampa grigia alta 40 m. e obliquando verso destra. 
Il diedro vero e proprio inizia circa 70 m. più in alto nel punto in cui un marcato pilastro divide i diedri destro e sinistro (quota 2000 c.);

ore 1,30 dal Ponte Rocurto.

1)  Attaccare la rampa al margine sinistro seguendo una fessura-diedro (10 m., 3°, 3°+).

Raggiungere un piccolo pulpito, salire qualche metro a destra della fessura per gradoni articolati senza via obbligata fino a raggiungere un terrazzino di sosta, 15 m. a destra della fessura-diedro dell’ attacco (35 m., 3°, 1C).

45 m., 3°, 3°+, 3°, 1C, 3CF

Se si segue la fessura dell’attacco originale le difficoltà sono più alte.

50 m., 4° e 5° sostenuto).

2)  Seguire una profonda fessura-canale con dei massi incastrati da superare direttamente (15 m., 2°, pass. 3°) fino a raggiungere un terrazzo alla base del diedro Nord-Ovest.

Sosta sotto una nicchia giallo-nera.

20 m., 2°, 3° 

3)  Rimontare sulla sinistra l’inizio del diedro, costituito da una serie di fessure profonde su roccia a volte friabile (10 m., 3°, 1 pass. 4°-)

Raggiungere la base del diedro (di destra) vero e proprio (qui c’ è la biforcazione dei due diedri della parete NO).

Rimontare direttamente il diedro di destra nella fessura del suo fondo (5 m. 4°, 1C), traversare poi a destra per 3 m. (3°+), e salire poi la parete articolata ritornando in diagonale verso il fondo del diedro (10 m., 4°-).

Sostare nel fondo del diedro su un terrazzino.

30 m., 4°-, 4°, 3°+, 4°-, 1C

4)  Dal terrazzino salire una larga fessura del diedro (4 m., 4°-, masso incastrato), uscire poi a destra su una placca appigliata.

Salire in verticale la parete stando a circa 8 m. a destra del diedro vero e proprio (20 m., 4°, sostenuto, 1C).

Continuare sulla parete che diventa più difficile, raggiungere un terrazzino vicino allo spigolo che delimita a destra la placca (12 m., 4°+, clessidra).

Dal terrazzino salire leggermente a sinistra, superare una parete difficile sopra a una fessura orizzontale che taglia la placca (5 m., 5°-).

Poi la verticalità della parete si attenua e si incontra un altro terrazzino (2C) dove si sosta.

45 m., 4°-, 4°, 4°+, pass. 5°-, 4°-, 3C, 1 CF.   Lunghezza difficile.

5)  Alzarsi ancora lungo la parete, spostarsi gradatamente verso sinistra su placca in direzione del diedro (12 m., 4°, 1C).

Passare 2 m. a sinistra di un settore verticale e raggiungere delle rocce più facili (8 m. a destra del diedro) (10 m., 4°, 3°+).

Risalire la parete articolata sempre un pò a sinistra avvicinandosi al diedro fin quando le rocce si fanno di nuovo verticali (10 m., 3°).

Traversare a sinistra e raggiungere il diedro (6 m., 3°, tratti friabili) quasi alla fine della prima parte.

Salire qualche metro sulle rocce della costola a sinistra del diedro (4 m., 2°), raggiungere la terrazza in cima alla costola (base della seconda parte del diedro) (4 m., 2°, 3CF).

40 m., 4°, 3°+, 3°, 2°, 1C, 3CF

6)  Seguire la fessura nel fondo del diedro (4 m., 4°+).

Dopo un passaggio delicato lasciarla e proseguire in diagonale a destra sulla parete articolata.

Seguire i tratti più facili 10 m. dal fondo del diedro (20 m., 3°+), raggiungere un terrazzino chiuso da un settore di rocce gialle su cui si sosta.

 25 m., 4°+, 3°+, 1CF

7)  Traversare a destra per rocce friabili, aggirare uno spuntone, ritornare verso lo spigolo che delimita a destra la parete (6 m., 4°-).

Salire ad un terrazzino alla base della fessura destra di due fessure parallele divise da una costola (5 m., 3°).

15 m., 4°, 3°

8)  Salire la fessura in diagonale a sinistra, raggiungere la cima di un pilastro giallo (che la divide dall’altra fessura, 8 m., 3°).

Aggirarla con un movimento delicato (3 m., 4°), si è arrivati dove iniziano le rocce più facili che portano in cima al diedro.

Risalire senza via obbligata puntando alla grande terrazza che rappresenta la cima del pilastro che forma il diedro  (25 m., 2°).

35 m., 3°, 4°, 2°

9)  Seguire delle tracce di sentiero che portano alla vetta della Cima Cason di Formin fino ad una seconda terrazza alla base del risalto finale della vetta (formata da vari pinnacoli, 30 m., 1° e 2°).

Seguire la terrazza a destra (ometti), per scendere poi per rocce e ghiaie ad un canalone (30 m., 1°).

Sotto tre caratteristiche lame di roccia, sormontate da un torrione, il canalone si divide.

Seguire il suo ramo sinistro che sale in direzione di un enorme blocco incastrato che chiude il canale (10 m., 1°).

10)  Superare con difficoltà un primo masso incastrato sulla sinistra (3 m., 5°, roccia detritica).

Proseguire nel canale fino alla base di un secondo grande blocco (6 m., 1°, 1CF).

10 m., 5°, 1°, 1CF

11)  Il grande blocco forma un antro nel quale sono franati vari altri blocchi.

L’ antro ha un’apertura sul soffitto, abbastanza larga da permettere il passaggio.

Entrare nella grotta e salire sopra un primo grosso masso della frana (6 m., 2°, pericolo di scariche dalla finestra dell’antro).

Passare ad un secondo masso a destra (2 m., 3°, passaggio stretto, 1C , friabile).

Da questo masso raggiungere la finestra (2 m., 4°, sassi mobili), uscirne salendo in cima al grande blocco che sbarrava il canalone.

Spostarsi a sinistra del canalone (5 m., 1°), attrezzando una sosta nel migliore dei modi (roccia friabile, detriti mobili).

15 m., 2°, 3°, 4°, 1°, 1C

12)  Salire per detriti verso la caratteristica finestra di roccia che chiude la cima del canalone.

20 m., 1°

DISCESA

Scendere il canalone oltre la finestra di roccia (passaggi di 2°).

Seguire verso sinistra (a destra si va al Rif. Palmieri raggiungendo il sentiero che conduce alla normale della Croda da Lago sopra il salto di rocce da scendere in doppia dal mugo) le tracce che conducono alla forcella fra Cima Cason di Formin e l’avancorpo Nord (ometti).

Scendere il canalone ghiaioso che in poco tempo riporta all’attacco.

(ore 1,30 dall’uscita della via)

Da qui al sentiero e poi come per l’accesso al Ponte Rocurto.

NOTA:  Per evitare il difficile e pericoloso canalone d’uscita dalla seconda terrazza sotto la vetta (lunghezza 9), seguire le tracce fin sotto il torrione terminale della Cima Cason di Formin (la cima è subito a sinistra del canalone d’uscita).

Salire fino in cima (3°).

Dalla cima con CD di 25 m. scendere proprio sopra l’enorme masso incastrato del canalone, in vista della finestra d’uscita.

Il percorso è più lungo, ma più sicuro.

COMMENTI

Spesso è conveniente tenersi sulla parete di destra piuttosto che nel diedro.

Bellissimo il diedro, per l’uscita è consigliabile l’intaglio a sinistra e non il camino con il blocco incastrato.

Roccia solida, percorso evidente, difficoltà contenute, soste per lo più attrezzate, qualche chiodo intermedio.

Il canale di uscita originale è pericoloso e sconsigliabile; terra rossa con blocchi instabili nella parte bassa, roccia marcia e blocchi incastrati nella parte alta.

Frequenti le scariche, specie con cordate davanti.

Raggiunto l’inizio della parte rocciosa del canale, traversare a sinistra su detriti fino a un sella con ometto, continuare ancora a sinistra per rocce facili fino a prendere l’uscita diretta in prossimità di una finestra naturale di blocchi incastrati (chiodo).

Discesa da un intaglio a sinistra della vetta con duna CD di 20 m lungo un camino sul versante opposto (cordini su spuntone sotto l’intaglio), poi a destra (viso a valle, ometto) per un canale roccioso alle ghiaie sopra il lago Federa.

Guarda anche